PORTA GEMINA
In fondo alla piazza Cecco d’Ascoli è la porta romana, del I sec. a.C., a
due fornici, con le scanalature delle saracinesche, per la quale entrava in
città la Via Salaria; ai lati sono notevoli tratti della cinta urbana del III
sec. a.C., rafforzate nel periodo dell'erezione della porta. Oltre i resti
romani è un'altra porta medievale, da cui si stacca a sinistra un lungo tratto
di mura costruito in parte con conci di travertino tolti da edifici romani e
terminante con un torrione cilindrico merlato.
PONTE DI CECCO
Vicino Porta
Maggiore, sorge il Ponte di Cecco, che unisce le due sponde del fiume
Castellano. Esso è sicuramente opera romana, eretta nel periodo della tarda
Repubblica: è probabile che la Via Consolare Salaria uscisse dalla città
proprio attraverso questo ponte.
La struttura è costruita con conci di pietra, con un’altezza di 25 metri dal livello del fiume. Il Ponte di Cecco si articola su due arcate disuguali, una il doppio dell’altra. Nel 1944 fu minato e fatto saltare dai Tedeschi in ritirata, ma fu ricostruito nel 1971, utilizzando il materiale originario, il travertino. Ricostruita in modo egregio, l’opera conserva intatta l'elegante armonia di proporzioni e di linee delle costruzioni romane.
Il nome del Ponte si riferisce a una popolare leggenda medievale, secondo la quale il Ponte stesso sarebbe stato costruito – nell’arco di una sola notte e con l'aiuto del Diavolo – dal celebre medico, poeta e astrologo ascolano Francesco Stabili, più conosciuto come Cecco d'Ascoli. Condannato al rogo per eresia dal Tribunale dell’Inquisizione, Cecco fu arso vivo a Firenze, nel 1327. Meno seguita è un’altra leggenda, per cui il ponte sarebbe stato costruito da Cecco Aprutino, oscuro maestro medievale.
La struttura è costruita con conci di pietra, con un’altezza di 25 metri dal livello del fiume. Il Ponte di Cecco si articola su due arcate disuguali, una il doppio dell’altra. Nel 1944 fu minato e fatto saltare dai Tedeschi in ritirata, ma fu ricostruito nel 1971, utilizzando il materiale originario, il travertino. Ricostruita in modo egregio, l’opera conserva intatta l'elegante armonia di proporzioni e di linee delle costruzioni romane.
Il nome del Ponte si riferisce a una popolare leggenda medievale, secondo la quale il Ponte stesso sarebbe stato costruito – nell’arco di una sola notte e con l'aiuto del Diavolo – dal celebre medico, poeta e astrologo ascolano Francesco Stabili, più conosciuto come Cecco d'Ascoli. Condannato al rogo per eresia dal Tribunale dell’Inquisizione, Cecco fu arso vivo a Firenze, nel 1327. Meno seguita è un’altra leggenda, per cui il ponte sarebbe stato costruito da Cecco Aprutino, oscuro maestro medievale.
PONTE AUGUSTEO
Il ponte risale
al periodo augusteo, ed è stato realizzato in opera quadrata di travertino e
murazione, seguendo il canone architettonico delle opere romane del tempo. Dato
il valore archeologico, e avendo mantenuto quasi interamente intatte,
nonostante alcuni piccoli restauri nel corso dei secoli, le proprie
caratteristiche costruttive, è considerato uno dei ponti più rappresentativi della tecnica e della presenza
romana nel piceno e in Italia.
TEATRO
Costruito alle
pendici del Colle dell’Annunziata (o Colle Pelasgico), il Teatro Romano è uno
splendido esempio di architettura teatrale romana. Riportato alla luce nel
1932, la struttura risale alla fine del I secolo a.C. Secondo alcuni studiosi i
resti dello spazio per il "coro" o "orchestra" sarebbero di
origine greca, perché assenti nell'architettura teatrale romana e quindi
farebbero pensare al rifacimento di un teatro già esistente prima della
devastazione romana. Il Teatro è storicamente famoso perché in esso avrebbe
avuto luogo l'avvenimento che dette inizio, nel 91 a.C., alla guerra sociale,
ossia alla ribellione di Ascoli, e di altre città del centro-sud, contro Roma,
per ottenere la cittadinanza romana.
La presenza di questa imponente struttura teatrale - il diametro massimo della cavea era di 95 metri - testimonia l’importanza e l'alto livello culturale raggiunti da Ascoli. Gli ultimi scavi, effettuati dal 1932 al 1959, hanno portato alla luce i radiali della cavea in opus reticulatum, l'orchestra (che corrisponde alla nostra platea), il corridoio semianulare tra le gradinate (praecinctio) e la parte alta delle gradinate (summa cavea).
Restaurato in tempi recenti e inaugurato nel luglio del 2010, il Teatro è tornato luogo di rappresentazione e intrattenimento colto.
La presenza di questa imponente struttura teatrale - il diametro massimo della cavea era di 95 metri - testimonia l’importanza e l'alto livello culturale raggiunti da Ascoli. Gli ultimi scavi, effettuati dal 1932 al 1959, hanno portato alla luce i radiali della cavea in opus reticulatum, l'orchestra (che corrisponde alla nostra platea), il corridoio semianulare tra le gradinate (praecinctio) e la parte alta delle gradinate (summa cavea).
Restaurato in tempi recenti e inaugurato nel luglio del 2010, il Teatro è tornato luogo di rappresentazione e intrattenimento colto.
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